martedì 14 giugno 2011

- Battiti di democrazia -


Battiti di democrazia.
La gente partecipa ai referendum, prende posizione su questioni importanti e disubbidisce ai capi di partito. Bossi e Berlusconi invitavano a disertare le urne e il nord padano ha risposto superando il quorum praticamente ovunque: Verona, Brescia, Bergamo, Milano, Varese.

Segnali di persone stufe di una "Seconda Repubblica" che ha prosciugato di valore la politica e che ha perso contatto con la quotidianità di ciò che investe gli italiani.
Non credo debba essere contento nemmeno chi, qualche mese addietro, sosteneva idee precise ed è poi salito sul carro referendario semplicemente per opposizione al governo.
Il segnale forte è una messa in mora dell'intera classe politica: si vuole che la escort torni ad essere semplicemente una macchina, che il parlamento non sia composto per gran parte da pregiudicati, che flessibilità d'ingressso non significhi 5 o 10 anni di "ottocento-mille-euro-al-mese", che le liste non siano decise da tre persone al vertice dei partiti, che la Politica ritrovi una propria forma di serietà, che l'osceno torni ad essere tale e non sia una normalità sbandierata sulla base di vizi comuni, che la Costituzione sia la Legge da cui partire e non quella da abbattere, che la compravendita di parlamentari sia da denunciare e non da idolatrare, che potere politico economico e mediatico siano da dividere per quanto possibile, che i Ministri siano competenti e meritevoli, che una parvenza di onestà e di rigore morale possa essere trasmessa a chi guarda un telegiornale o sfoglia un giornale.

Nell'attesa di vedere domenica quale rotta vorrà prendere la Lega godiamoci questi sussulti di democrazia con l'impressione che stiano passando i titoli di coda su un ventennio che gli italiano hanno voluto e che, probabilmente, ora vogliono lasciarsi alle spalle.

martedì 7 giugno 2011

Prendiamoci il quorum!

Quorum è una parola latina, una lingua morta per i più e un miraggio per chi è nato dal 1977 in poi.
Bisogna aver spento almeno 34 candeline per dire di aver partecipato ad un referendum abrogativo che ha raggiunto il sospirato quorum. Era l'11 giugno 1995 e il popolo sovrano era chiamto a votare un pò su tutto: 12 quesiti, dalla tv al commercio, dalla mafia ai sindacati, passando per le leggi elettorli.
Poi furono soltanto tonfi clamorosi (molti) o sconfitte al fotofinish (il 49,6% del 1999).

Il prossimo week-end può invertire la rotta? Si, può.
Decidere se si debba puntare sul nucleare o su altri tipi di energia è materia che riguarda tutti: dalla casalinga, all'imprenditore, dal pensionato che spinge il passeggino al nipote che su quel passeggino si fa spingere. Dire che si deve investire su energie pulite è una scelta che avrà conseguenze importanti per chi abita il mondo oggi, ma ancor di più per chi lo abiterà domani.

Decidere se l'acqua deve essere gestita dal pubblico o dai privati è un'altra presa di posizione pesante così come pesa parlare di "profitto" sul bene primario per eccellenza.

Il legittimo impedimento, così come concepito, non può che stridere con un ordinamento costituzionale basato sull'uguaglianza davanti alla legge. Che ad usarlo sia Berlusconi piuttosto che De Magistris cambia poco.
Uguaglianza vuol dire uguaglianza e non eccezione.

Recarsi alle urne questa volta significa dare un segnale di partecipazione importante.
"Quorum" significa dei quali.  
Il 50% più 1 dei quali è necessaria la presenza.

Altrimenti faremo decidere ad altri per noi.