Siamo andati a dormire facendo la conta delle ragazze del premier e ci siamo svegliati con un terremoto in Giappone, le bombe sulla Libia e Lampedusa che scoppia.
Pare che il mondo ci abbia dato una scossa - in verità più d'una in terra nipponica - e ci abbia ricordato di cosa si deve occupare la politica.
Il mondo nord africano in rivolta ha tentato di cambiare equilibri ingessati da decenni. La gente ha invaso le strade, ma quello che ha ottenuto non è ben chiaro: forse un capo diverso, difficilmente una vita diversa.
La Nato - con la Francia che interpreta la parte del leone e noi quella degli eterni indecisi - ha deciso di intervenire in Libia dove la torta da dividere (fra quanto?) fa gola a tutti.
Intanto non ci resta che guardare al fumo nero che sbuffa dai reattori di Fukushima e constatare che non esiste un piano energietico che ci traghetterà nel prossimo decennio. Macchine elettriche, pannelli solari, biomasse.. restano belle realtà su cui nessuna punta davvero.
Nemmeno la green economy di Obama sembra decollare.. la potenza di chi mantiene le cose come sono prevale ancora.
Fra un pò, sbollita l'onda del momento, torneremo ad occuparci dei bunga bunga e dei casi di cronaca nera a patto che, dall'altra parte del mediterranneo, il Colonnello non decida di presentarci il conto.
A Tokyo, nel frattempo, ai bambini è vietato bere l'acqua. Una misura di garanzia.
La nube arriverà in Italia nei prossimi giorni, ma ci dicono di stare beati e tranquilli in poltrona.. il disastro, questa volta, è successo abbastanza lontano da noi.
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